TRA PIEVE E CALALZO DI CADORE

 Ormai ero giunto al rush finale, il mio pensiero era di cercare di fotografare il più possibile, ma anche di riconsegnare la bici e prendere il bus per Cortina. 

Un casello

La galleria di Sant'Alipio immersa nel verde. Qui il portale lato Dobbiaco.

La stessa galleria dal lato Calalzo.

La stazioncina di Sant'Alipio.

La galleria di Valle Orsina, lato Dobbiaco.

Sempre la galleria di Valle Orsina,. ultima prima del capolinea, lato Calalzo.

Il viadotto Valle Orsina. Ormai poche curve dall'abitato di Calalzo di Cadore.

E finalmente giunsi a Calalzo. Questa era la stazione di Calalzo paese - Marmarole.

Il vecchio deposito locomotive è oggi riutilizzato dalla Dolomiti bus come autorimessa per gli autobus.

E quì dopo aver già riconsegnato la e-mountain bike  arrivai al capolinea. A destra la stazione FS, a sinistra nello spazio del parcheggio era la stazione della Società Ferrovia Dolomiti di Calalzo di Cadore. Da quì si potevano prendere i treni delle Ferrovie dello Stato e poter raggiungere il resto della penisola. Purtroppo non ho fatto molte foto a Calalzo perchè il tempo a disposizione era finito, anzi, è stata una scommessa riuscire a completare il tracciato a digiuno di allenamento com'ero, e poter arrivare in tempo per la corriera che mi doveva riportare indietro; almeno secondo il programma che mi ero prefissato. Per il ritorno ho dovuto cambiare due autobus, uno di Dolomitibus da Calalzo a Cortina d'Ampezzo, da Cortina bus della SaD fino a Dobbiaco, tempi di percorrenza e attesa della coincidenza hanno fatto sì che ci volessero buone due ore, praticamente siamo rimasti nei tempi dell'orario di esercizio della ferrovia, solo che la ferrovia fù chiusa definitivamente nel 1964. Ora immaginiamo invece che la ferrovia avesse continuato a vivere, un pò come la Trento Malé, quindi ammodernamenti periodici della linea e dei rotabili; molto probabilmente i tempi di percorrenza si sarebbero ridotti ancora di più, inoltre in tempi odierni già solo a una cittadina come Cortina non sarebbero più servite tante fermate, ma sarebbe bastata la stazione principale, per tanto ancora tempo viaggio risparmiato. Purtroppo anche quì l'Italia ha perso un altra occasione, dove come non raramente anche oggi, non si pianifica, si agisce troppo sull'onda emotiva anzichè sulla razionalità. Ce lo dimosta l'Austria che a pochi chilometri mantiene buona parte delle vecchie localbahn che sono divenute o ferrovie secondarie atte al tpl ma anche merci, come la Zillertalbahn, o prolungamenti della rete tramviaria urbana come la Stubaitalbahn. 


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